di festa in festa, in lotta con il drago

(ciascuno contro i suoi draghi)

Ieri era il mio compleanno, una data particolare, come sottolineava lo sposo in un messaggio dei suoi: ” 22 4 2024. Può sembrare un giorno tutto pari ma te compi 53 anni e, soprattutto, 19.359 giorni! “

Iniziava anche Pesach.

Domenica era già stata festa per il Battesimo di Daïna.

Sabato sono andata a verificare che i mostri rimasti nella mente non sono in grado di modificare un luogo evitato accuratamente per sette anni. Una bella vittoria, forse non definitiva, ma decisiva, sulle conseguenze di un trauma. GRAZIE

E un altro regalo impegnativo me lo sono fatta, guidata, accompagnata, istruita, ma alla fine la scelta spettava a me GRAZIE

Tanti regali, carichi dell’affetto per e di chi me li ha fatti. E le presenze che sono il regalo più grande della vita.

Stamattina un regalo in più, dal mio fratellino e dal nipotino più piccolo

Ieri sera una poesia, un messaggio delicato e preciso:

“Non so se è da compleanno ma la volevo condividere con te …

Io un’adolescente?
Se ora, d’improvviso, si presentasse qui,
dovrei salutarla come una persona cara,
benché mi sia estranea e lontana?
Versare una lacrimuccia, baciarla sulla fronte
per la sola ragione
che la nostra data di nascita è la stessa?
Siamo così dissimili
che forse solo le ossa sono le stesse,
la calotta cranica, le orbite oculari.
Perché già gli occhi è come fossero più grandi,
le ciglia più lunghe, la statura più alta
e tutto il corpo è fasciato
dalla pelle liscia, senza un’imperfezione.
In verità ci legano parenti e conoscenti,
ma nel suo mondo di questa cerchia comune
sono quasi tutti vivi,
mentre nel mio quasi nessuno.
Siamo così diverse,
i nostri pensieri e parole così differenti.
Lei sa poco –
ma con un’ostinazione degna di miglior causa.
Io so molto di più –
ma non in modo certo.
Mi mostra delle poesie,
scritte con una grafia nitida, accurata,
con cui io non scrivo più da anni.
Leggo quelle poesie, le leggo.
Be’, forse quest’unica,
se fosse accorciata
e corretta qua e là.
Dal resto non verrà nulla di buono.
La conversazione langue.
Sul suo modesto orologio
il tempo è ancora incerto e costa poco.
Sul mio è molto più caro ed esatto.
Per commiato nulla, un sorriso abbozzato
e nessuna commozione.
Solo quando sparisce
e nella fretta dimentica la sciarpa –
Una sciarpa di pura lana,
a righe colorate,
che nostra madre
ha fatto per lei all’uncinetto.
La conservo ancora.

(Wislawa Szymborska)

Sì, la voglio salutare come una persona cara, perché è parte viva di me, non la bacio sulla fronte, ma l’abbraccio a lungo e non le invidio gli occhi più grandi e la pelle più liscia, ha pagato a caro prezzo la sua inconsapevole bellezza, mi tengo le rughe (segno che è stata dura, ma sono sopravvissuta) e gli occhi più piccoli soprattutto dietro le lenti multifocali degli occhiali ormai indispensabili, la tengo abbracciata con la bambina che ha sempre quella stessa data di nascita e gli occhi ancora più grandi e il sorriso tenerissimo un po’ sdentato… ci hanno fatto tanto male, ma siamo anche state molto amate. Una sola vita e tante occasioni per imparare a perdonare, amare, chiedere perdono, lasciarsi amare… GRAZIE

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